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Libreria medica internazionale
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Manuale di Medicina del Lavoro.
Tomei, Candura, Sannolo, Sartorelli, Costa, Perbellini, Larese Filon, Maestrelli, Magrini, Bartolucci, Ricci
Editore
Piccin
Anno
2018
Pagine
542
ISBN
9788829929023
58,00 €

DA SCONTARE

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La medicina del lavoro svolge attività essenzialmente preventive: prevenzione medica, tecnica e organizzativa.

La prevenzione medica si attua a livello della diagnosi e della diagnosi, precoce sul singolo lavoratore e su gruppi omogenei di lavoratori, con tutti gli strumenti a disposizione del medico: visita medica, esami di laboratorio, strumentali, tossicologici e visite specialistiche. Tale attività è in stretta collaborazione con i medici di base e con gli specialisti di fiducia del lavoratore.

Le prevenzione medica oltre a identificare malattie e alterazioni precoci si estende anche ad identificare modificazioni che precedono le alterazioni dello stato di salute più o meno precoci, attraverso strumenti propri del medico del lavoro, che possono essere utilizzati anche nella pratica clinica da tutti i medici, tramite l’utilizzo e la conoscenza del significato di tali esami, in particolare del monitoraggio biologico e monitoraggio ambientale.

Non va trascurata l’importanza della anamnesi lavorativa anche per i medici di base e gli specialisti. L’anamnesi lavorativa, se non limitata al semplice dato burocratico (impiegato, operaio, pensionato, ecc.), è elemento importante e volte decisivo per orientare nella diagnosi e terapia. Si pensi ad esempio a un paziente che lamenta vaghi disturbi e che ad una anamnesi lavorativa, anche sommaria, risulta esposto a sostanze epatotossiche (carrozziere o altro). Tale acquisizione anamnestica lavorativa permette di prescrivere esami mirati e d’intervenire con suggerimenti preventivi e con la possibilità anche di evitare farmaci, di scarsa utilità in alcuni casi, se non viene rimossa la causa lavorativa.

Analogamente l’utilizzo dei dati del monitoraggio biologico e ambientale, che possono essere richiesti o direttamente al medico competente o tramite il paziente, permetterebbe anche ai medici di base e agli specialisti di intervenire o precocemente anche prima di alterazioni dello stato di salute e/o nel definire una situazione clinica non chiara.

Il medico del lavoro è definito dal legislatore “medico competente”. La competenza non si riferisce al sapere medico, ma alla conoscenza dei rischi lavorativi e ai loro effetti sulla salute; il medico competente deve conoscere ovviamente bene la patologia di tutti gli organi e apparati, ma deve conoscere altrettanto bene i cicli lavorativi tutti (industriali, artigianali, dei servizi, ecc.) (e per questo il Medico Competente è chiamato dal legislatore “Medico Competente”) e dei possibili e probabili effetti sulla salute, con il compito e il fine non solo di impedire la comparsa di alterazioni dello stato di salute, ma anche di operare in modo che i lavoratori siano nelle migliori condizioni di benessere psico-fisico, per quanto tecnicamente fattibile. Non a caso la Medicina del Lavoro è una delle poche specializzazioni obbligatorie per legge, per poter essere esercitata; non basta la Laurea in Medicina e Chirurgia, ma è obbligatoria anche la Specializzazione in Medicina del Lavoro.

Molti e complessi sono i problemi che il medico del lavoro, nella sua funzione di medico competente, si trova ad affrontare quotidianamente. Tale attività si sviluppa, attraverso criteri di qualità, nel contesto della tutela della salute dei lavoratori, con l’obiettivo di ridurre gli infortuni e le malattie occupazionali e promuovere il benessere psico-fisico dei lavoratori, ed è indirizzata anche al miglioramento della produttività aziendale, sia in senso assoluto che in termini di riduzione dei costi relativi, legati alle conseguenti assenze da lavoro. La prevenzione sarà efficace se intesa non come semplice e formale adempimento burocratico o semplice e formale adeguamento a norme di legge, e percepita non come un intralcio all’attività dell’azienda, che per giunta costa, ma se intesa come elemento che concorre ad un miglior prodotto aziendale.

Le figure della prevenzione, compreso il medico del lavoro, devono essere intese non come ostacolo alle attività aziendali, ma come membri dell’équipe aziendale che, nel tutelare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, concorrono a far funzionare meglio l’azienda, diminuire i costi e promuovere l’occupazione.

Gli obiettivi da perseguire sono dunque il potenziamento della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, la soddisfazione delle esigenze dell’attività di impresa, il miglioramento della produttività, attraverso la diminuzione dei costi, con conseguente aumento delle possibilità di impiego occupazionale.

Il medico competente, se adeguatamente integrato nell’attività di impresa, fa parte dell’équipe produttiva, garantisce una maggior tutela della salute dei lavoratori ed ottiene una migliore valorizzazione delle proprie professionalità.

L’obiettivo e le sfide attuali del Medico Competente sono quelle di a) identificare gli strumenti necessari per migliorare la qualità della vita del lavoratore; b) coniugare il miglioramento della qualità della vita con la produttività delle imprese; c) valorizzare la propria attività, finalizzata a contenere le “malattie invisibili” e prevenire gli “infortuni evitabili”.

Le malattie invisibili

A tutt’oggi esiste ancora un grandissimo numero di lavoratori che si ammala e che muore a causa del lavoro. Le malattie occupazionali e le conseguenti morti sono fortemente sottostimate, hanno un decorso subdolo e spesso compaiono quando
il lavoratore non è più in servizio.

Quanti tumori provocati dal lavoro, quante gravi malattie provocate dal lavoro non vengono prevenuti o vengono diagnosticati in ritardo o vengono diagnosticate senza identificare l’eziologia lavorativa?

Gli infortuni evitabili

Il fenomeno degli infortuni sul lavoro rappresenta una realtà di interesse a livello mondiale, dato l’impatto sociale ed economico che le conseguenze degli infortuni possono avere sulla popolazione lavorativa e sulle aziende.

Le politiche di prevenzione, atte a ridurre i fattori di rischio, incidono in modo significativo nel ridurre la frequenza degli infortuni, assumendo un carattere multidisciplinare.

Secondo una visione multidisciplinare, il Medico del Lavoro può e deve – per legge e per buone prassi etiche e tecnico-scientifiche – svolgere un ruolo nella valutazione complessiva dei molteplici aspetti, epidemiologici, tecnici, organizzativi e sanitari correlati agli infortuni sul lavoro, con larga interazione con le professionalità disponibili in azienda (si rimanda al relativo capitolo di Porru et al.). Anche i medici di medicina generale e gli specialisti possono e devono avere un ruolo sulla componente umana degli infortuni.

Gli interventi di prevenzione sono efficaci, anche se sono limitati a sole innovazioni normative; risulta altresì che riducono significativamente gli infortuni i programmi di contrasto all’uso di droghe ed alcool sul luogo di lavoro e i programmi di
informazione e formazione sulla sicurezza.

La cultura del fatalismo colpevole che permea la società non è solo inaccettabile, ma è errata e dannosa, in quanto nega e impedisce che interventi di prevenzione possano ridurre gli infortuni.

La prevenzione

La medicina del lavoro, classicamente, si occupa di tutelare la salute dei lavoratori e la sicurezza degli ambienti lavorativi, di evitare ogni tipo di infortunio e di prevenire le malattie occupazionali.

La complessa realtà attuale richiede un’attenzione particolare e diversa rispetto al passato, non solo dal punto di vista delle innovazioni nelle attrezzature, negli ambienti lavorativi e nell’organizzazione del lavoro, ma anche dal punto di vista di una salute intesa non più come assenza di malattia ma come benessere fisico, psichico e sociale dei lavoratori di tutte le professioni.

Gli importanti cambiamenti socio-economici che hanno riguardato il nostro paese negli ultimi anni hanno determinato quindi l’esigenza di rivedere il complesso ruolo della medicina del lavoro alla luce, da una parte, dei rischi emergenti e dei cambiamenti nella patologia professionale, dall’altra, delle esigenze di produttività e competitività delle imprese nel mercato globale.

La ricerca scientifica e la pratica medica volte alla tutela della salute in relazione ai rischi lavorativi devono essere intese oggi come elementi migliorativi non solo della salute, del singolo e del gruppo, e di medicina preventiva in senso lato, da effettuare in collaborazione con il medico di base, gli specialisti e tutti gli altri operatori sanitari, ma devono essere intesi anche come strumenti migliorativi dell’attività delle stesse imprese.

È in quest’ottica globale di complessità e cambiamento che si è delineata la necessità di riscrivere un Manuale di medicina del lavoro i cui contenuti tenessero conto anche dei molteplici aspetti accennati.

Le ricerche condotte da me dai miei allievi per anni non hanno mai perso di vista l’obiettivo di dare concretezza ai risultati delle ricerche stesse e di fornire al Medico ed alle Aziende non solo cultura, ma anche procedure, metodi e strumenti operativi
innovativi, con lo scopo di coniugare salute, sicurezza e produttività.


Roma, settembre 2018

Ringraziamenti
Dedico il mio contributo alla memoria del mio Maestro di Clinica Medica, Luigi Condorelli, e di Medicina del Lavoro, Antonello
Spinazzola, della prestigiosa scuola sarda del Maestro Duilio Casula. Un pensiero particolare va alla memoria di Antonio Farulla, che mi ha insegnato molto e mi ha sostenuto nel percorso universitario e al Prof. Luigi Frati, maestro di Vita e di Accademia, che ha dedicato la sua vita alla Sapienza. Un pensiero di grande affetto e di grande gratitudine va a tutti i miei allievi e alla Dott.ssa Silvia Corsale, che ha contribuito in maniera incisiva alla realizzazione del Manuale.

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