L'implantologia è una disciplina della massima importanza in odontoiatria, chiunque desideri esercitarla deve essere costantemente aggiornato e deve conoscere quante più tecniche possibili al fine di utilizzarle al meglio nell'interesse del paziente. Per questi motivi ritengo particolarmente interessante segnalare l'opera del dr Giorgio Lorenzon dedicata alla implantologia funzionale, tecnica che prevede un approccio semplice con ridotto traumatismo dei tessuti che può essere largamente usata al posto di altre più invasive e che consenta al paziente sottoposto all'inserimento degli impianti, subito solidarizzati tramite saldatura, di riacquistare nella stessa giornata la masticazione mediante l'applicazione di protesi provvisorie.
Dato che la tecnica ha carattere di originalità, con basi scientifiche e principi applicativi diversi rispetto a quelle più comunemente esercitate, l'opera è doverosamente meticolosa e particolareggiata e tratta sia le basi biologiche sia i principi fondanti di biomeccanica applicata e naturalmente illustra i tempi chirurgici, i passaggi di laboratorio odontotecnico, la riabilitazione protesica. Inoltre il trattato ha un'iconografia molto curata e ricca. Ed è ulteriormente valorizzato da numerosi capitoli di materie affini e complementari (dalla anatomia alla kinesiografia) redatti da autori esperti e qualificati.
Il dr Lorenzon pratica l'implantologia dal 1975 ed in essa ha profuso la sua grande competenza medico chirurgica acquisita anni prima esercitando la specializzazione di cardiochirurgia. Fondandosi sulle conoscenze di approccio biologico e biomeccanico, tipici di quella specialità, ha maturato una particolare sensibilità per le tecniche chirurgiche minimamente invasive che l'hanno portato a diversamente elaborare, migliorare e semplificare i protocolli implantari degli autori che l'hanno preceduto.
Prof. Sergio Gandolfo
Direttore della cllnica Odontostomatologica e della scuola di
Specializzazione in Chirurgia Odontostomatologica
Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga
Università di Torino
Ogni autore ama la sua opera ed io non faccio eccezione a questa regola. Ma leggendo queste pagine non posso frenare un sentimento di commozione, in quanto in esse è racchiusa la mia vita e non solo quella professionale.
È passato molto tempo da quando nel novembre del 1967 sono entrato nel favoloso mondo della chirurgia diventando allievo interno del Centro di Cardiochirurgia dell'Università di Torino. L'aggettivo favoloso ben descrive l'atmosfera di gran fervore scientifico che caratterizzava la specialità. Nell'anno successivo Barnard compi il primo trapianto di cuore. Io, giovane "apprendista stregone", sognavo di emularlo. Nel frattempo aiutando in sala operatoria i chirurghi titolari e titolati, avevo l'opportunità di imparare.
Oltre alla normale attività ospedaliera vi era una parte che a me interessava particolarmente. La chirurgia sperimentale su animali mi ha permesso di osservare il percorso necessario perché una conquista scientifica sia considerata tale.
Di questo lungo periodo mi è rimasta, oltre alla preparazione chirurgica, la spinta verso la ricerca. La necessità di controllare ed eliminare preoperatoriamente foci dentari, mi ha permesso di avere contatti con colleghi altrettanto entusiasti ed interessati alla implantologia. Per cui, in modo casuale, sono stato coinvolto in questi progetti.
Ovviamente, la mia formazione totalmente diversa, mi ha portato a sviluppare una tecnica che ha come presupposto tutte le nozioni di base della chirurgia generale. L'operatore deve essere padrone di tutte le manualità che sono richieste nella pratica chirurgica normale.
Questo fatto può costituire per l'odontoiatra un ostacolo all'inizio del percorso di apprendimento. Per questo motivo il capitolo dedicato alla tecnica operatoria mette in risalto anche la postura delle mani oltreché quella dell'operatore.
L'insegnamento comunque non può prescindere da una pratica iniziale guidata direttamente da un tutor. Perché la definizione "Implantologia Funzionale"?
Perché lo scopo della ricerca è stato quello di studiare il modo in cui il complesso implantare si integra nella funzione. Quest'ultima è il parametro che ci interessa in quanto è da essa che dipende il successo e di conseguenza la durata del nostro intervento sul paziente. L'osteointegrazione non è un punto di arrivo bensi di partenza.
In questa opera si è cercato di analizzare e spiegare quali sono i fattori e le funzioni che agiscono sul complesso protesi-impianto-osso condizionandone la sopravvivenza nel tempo.
Giorgio Lorenzon