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Bisogna subito chiarire che questo non è un testo d'Endodonzia (anche se offrirà molti suggerimenti sia agli aspiranti endodontisti che ai professionisti delle terapie canalari). Non sono presenti capitoli sui sistemi d'otturazione, né sui sistemi di restaurazione dei denti trattati endodonticamente, e non vi si troveranno nemmeno argomenti importanti quali i ritrattamenti o la chirurgia endodontica. Si tratta invece di un testo che si propone di mostrare i principali vantaggi dell'uso degli strumenti in nichel-titanio in endodonzia, soffermandosi in particolare sulla preparazione del canale radicolare. È nostra opinione infatti, che un testo sulla lega nichel-titanio, oltre ad essere un completamento utile ai vari volumi sull'endodonzia adottati dai Corsi di Laurea in Odontoiatria delle Università Italiane, possa anche aggiornare l'odontoiatra sulle caratteristiche fisiche e strutturali dei nuovi strumenti e dei nuovi materiali in funzione di una preparazione dello spazio endodontico più veloce e sicura. L'utilizzo in endodonzia della lega nichel-titanio ha suscitato negli ultimi dieci anni vivo interesse in tutti coloro che si occupano d'odontoiatria. Con l'introduzione di questa lega superelastica, la preparazione meccanica dei canali è diventata molto più semplice e facile rispetto al passato, e inoltre preparazioni migliori in tempi ridotti hanno spinto alla rapida adozione della strumentazione meccanica rotante. Tuttavia, nonostante i chiari vantaggi in termini di sagomatura, la separazione improvvisa dello strumento rimane un'occorrenza frustrante, spesso limitante nella comprensione dei reali benefici della strumentazione con utensili in lega NiTi. Non vi sono in commercio testi d'endodonzia che riservano sufficiente spazio a questi delicati argomenti: solo poche pagine sono dedicate agli strumenti in NiTi e ai meccanismi che ne regolano il comportamento. Considerare gli strumenti in NiTi allo stesso modo di quelli d'acciaio è un errore, ed è in questa chiave che va compreso il libro. Un testo sul nichel-titanio in endodonzia può considerarsi scientificamente valido se risponde ai seguenti requisiti: a) Il testo deve dire sul tema in questione cose che non sono state dette oppure rivedere con un 'ottica diversa le cose che sono già state dette: se l'argomento nichel-titanio fosse affrontato ribadendo nozioni note, non aggiungerebbe nulla alle nostre conoscenze e sarebbe soltanto un buon lavoro di divulgazione.
b) Un'opera compilativa come un testo scientifico ha qualche utilità se non esiste ancora nulla di simile in quel campo. c) L'opera deve essere utile agli altri. Un testo è scientifico se aggiunge qualcosa alla conoscenza scientifica consolidata e se tutti i lavori futuri sullo stesso argomento potranno, almeno in teoria, tenerne conto. d) La ricerca deve fornire gli elementi per la verifica o la confutazione delle ipotesi che propone, diviene pertanto necessario che vengano forniti accuratamente i dati e le prove effettuate dal ricercatore, affinché altri possano esprimere e, di conseguenza, confutarle o ritenerle valide. e) La ricerca deve avvenire in relazione ad un argomento noto e definito. Definire l'argomento, significa allora stabilire condizioni e regole grazie alle quali gli autori possano essere compresi appieno dai fruitori. Questi presupposti rappresentano i principali obiettivi che gli autori si prefiggono di raggiungere.
Oltre al dott. Carlo Tocchio, che ha contribuito in modo determinante, molti colleghi e amici hanno collaborato alla stesura di questo testo. Ringraziarli tutti è impossibile, mi limiterò solo a tre maestri: il Prof. Francesco Tripi, per avermi sempre supportato con la sua esperienza, il Prof. Giuseppe Cantatore, che mi ha trasmesso l'amore per l'endodonzia, e il Dr. J. McSpadden, per aver messo a mia disposizione tutte le sue conoscenze sui diversi strumenti in NiTi. A loro è dedicato questo testo. Hanno contribuito a questo testo inoltre il Sig. Massimo Cascone nella realizzazione delle figure e il Sig. Antonio La Mantia per le fotografie al SEM. Un ringraziamento particolare spetta infine all'Editore Martina che con larghezza di vedute ha permesso la realizzazione di questa opera, curandone la veste tipografica e dotandola di una ricca illustrazione.
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È noto che negli ultimi dieci anni l'endodonzia ha fatto notevoli passi avanti sia in termini di diagnosi che di terapia. Gli studenti hanno quindi la possibilità di avere un bagaglio di conoscenze più ampio e, avendo a disposizione strumenti più precisi e affidabili, pervengono più facilmente a risultati positivi e riproducibili. Purtroppo, il tempo che molti endodontisti dedicano al loro lavoro non gli consente di soffermarsi più di tanto sulle sottili ma a volte determinanti differenze che esistono tra le varie tecniche e gli strumenti presenti sul mercato; si tende spesso ad utilizzare solo quegli utensili che permettono di ottenere buoni risultati in tempi più brevi. Non c'è da stupirsi, pertanto, se una procedura tanto abituale come la sagomatura con strumenti meccanici in nichel-titanio riceva una minima parte dell'attenzione che merita: alcuni odontoiatri ritengono tuttora che l'unico vantaggio dell'utilizzo della lega a memoria di forma sia la rapidità, qualità che viene ad assumere connotati estremamente negativi se associata solo alla possibilità di svolgere una maggiore quantità di lavoro. Né del resto si vuole pensare che per qualcuno il desiderio di maggiori introiti possa in qualche modo compromettere la qualità del lavoro effettuato. La sagomatura canalare con strumenti rotanti in NiTi costituisce uno degli atti più importanti eseguiti quotidianamente da chi si occupa di endodonzia, e per questo è un lavoro degno di attenzione e riflessione, e richiede un costante sforzo di affinamento delle abilità operative. Senza una corretta sagomatura, infatti, non è possibile ottenere una buona otturazione tridimensionale, e inoltre errate valutazioni sulle preparazioni da effettuare possono portare esiti irreversibili per gli elementi dentari (separazioni, perdita dell'anatomia originaria). Il libro "Il nichel-titanio in endodonzia" fornisce interessanti considerazioni per chiarire alcuni aspetti cruciali della preparazione con strumenti rotanti in NiTi: innanzitutto si analizza sotto differenti aspetti la lega NiTi, soffermandosi sulle sue proprietà biologiche, di corrosione, meccaniche, e comparandole con gli altri materiali adoperati in endodonzia. Nella seconda parte il testo spiega, in maniera concreta e circostanziata, ogni momento operativo della fase di sagomatura, le sue implicazioni sull' anatomia dei denti, le differenti sistematiche e il loro comportamento rispetto alla resistenza alla frattura da fatica e da torsione. Si analizzano inoltre con attenzione e si espongono con chiarezza i supporti teorici per ogni tipo di sagomatura e di strumento in modo da porre il lettore in condizione di comprendere agevolmente quale strumento preferire in ogni particolare condizione clinica. Di particolare interesse risulta il capitolo sull'anatomia in quanto mette in guardia l'operatore sulle possibili condizioni sfavorevoli per gli strumenti rotanti in NiTi. Le conclusioni che si possono trarre da un' attenta lettura di questo lavoro sono significative e risultano utili sia agli endodontisti già esperti che ai principianti. Prof. Giuseppe Cantatore
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Tutto ciò che ci circonda -dai blocchi di cemento ai chip dei calcolatori- è costituito da atomi. Essi sono minuscoli (la lettera "A", ad esempio, ne potrebbe contenere 2000 miliardi circa). Per la natura sono come i pezzi del Lego di un bambino: li combina tra loro a costituire molecole unite da differenti tipi di legami che vengono studiati, anche se da prospettive diverse, dalla Fisica e dalla Chimica. Se si desidera comprendere un materiale bisogna quindi studiarne la sua composizione. Oltre a stabilire quale sia l'intima struttura di un materiale, è necessario però comprendere anche come la materia si comporti: ciò che in realtà ci interessa in questa sede è un'interpretazione delle proprietà macro e microscopiche che i corpi rivelano, così da poter costituire dei modelli accettabili della realtà. Le costanti ricerche su nuovi metalli hanno portato e continuano a portare rilevanti cambiamenti nelle diverse branche della medicina. Nel campo biomedico, l'applicazione di un metallo appartenente alla famiglia delle leghe a memoria di forma ha reso possibile utilizzare un materiale più elastico rispetto agli altri metalli, molto flessibile e con la capacità di recuperare una forma macroscopica precedentemente impostata. La lega di cui parliamo, definita nichel-titanio (NiTi) per la sua composizione, sin dalla sua invenzione ha suscitato grande interesse in diversi settori. La notevole complessità del sistema metallurgico del NiTi ha costituito, per molti anni, un freno alla diffusione del materiale nel settore industriale. A partire dalla metà degli anni '80 ed in particolare dal 1991 si è cominciata ad osservare una progressiva diffusione di questa lega in settori ad elevato valore aggiunto (aereo spaziale-biomedicale), pronti ad accettare prodotti innovativi, potendone assorbire più facilmente i costi elevati. Negli ultimi anni, l'aumento della disponibilità commerciale del nichel-titanio ha comportato la diminuzione dei costi di produzione della lega, determinando così le condizioni per una maggiore diffusione in settori tecnologici differenti. Le particolari qualità che la lega possiede hanno reso agevole il suo utilizzo in svariate applicazioni biomediche, che vanno dall'ortopedia, alla chirurgia, all'odontoiatria; in quest'ultimo settore il NiTi ha rivoluzionato il modo di affrontare i trattamenti, sia in ortodonzia che in ambito endodontico. In particolare, i trattamenti endodontici che prima erano lunghi, affidati all'abilità del singolo operatore e quindi non sempre riproducibili, sono divenuti più rapidi, standardizzati e alla portata di tutti gli operatori. Ciò ha permesso agli endodontisti di eseguire trattamenti maggiormente prevedibili, per ottenere costantemente un'alta percentuale di successo e la manualità non è più significativa come in passato. Un problema tuttavia irrisolto è il differente utilizzo degli strumenti rotanti in NiTi rispetto agli strumenti d'acciaio tradizionali. Molte domande sono poste ai relatori durante i corsi o ai congressi. A quale velocità si devono ruotare? Quante volte può essere utilizzato uno strumento? Quale pressione bisogna esercitare su di esso? Quale sequenza deve essere utilizzata nei canali curvi? E questi sono solo alcuni dei quesiti più frequenti. Diverse tecniche e varie sistematiche sono state presentate con la promessa di ridurre o eliminare la frattura degli strumenti in NiTi durante la preparazione dei canali radicolari. Queste tecniche troppo di frequente hanno preferito dare rigide istruzioni, regole e sequenze a scapito della comprensione dei reali meccanismi; troppo spesso hanno promosso prodotti invece di fissare i veri obiettivi, o hanno mostrato artefatte presentazioni a scapito della scientificità e della verità. E la conseguenza di tutto ciò è che l'odontoiatra finisce col rimanere sorpreso della frattura dello strumento anche se ha seguito pedissequamente le istruzioni fornitegli. È quindi indispensabile conoscere nei dettagli il comportamento della lega NiTi, studiare le caratteristiche principali delle diverse sistematiche oggi disponibili per cercare, se possibile, di ottenere i più vantaggiosi risultati. La progettazione di nuovi materiali e di nuovi strumenti dunque, deve passare inevitabilmente attraverso la comprensione di come funzionano quelli che usiamo già. Il Libro nasce a questo scopo. |
PREFAZIONE
INTRODUZIONE
PARTE GENERALE
CAPITOLO 1
NOZIONI INTRODUTTIVE SUI MATERIALI
1.1 Concetti fondamentali
1.1.1 Materia1.1.2 Processi chimici e fisici1.1.3 Sistemi eterogenei ed omogenei1.1.4 Elementi e composti1.1.5 Stati di aggregazione della materia
1.2 Il legame nei solidi
1.2.1 Le forze di coesione1.2.2 Solidi metallici
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 2
LEGHE A "MEMORIA DI FORMA" o "SHAPE MEMORY ALLOYS"
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 3
LEGA NiTi PER APPLICAZIONI MEDICHE : ASPETTI GENERALI
3.1 Introduzione
3.2 La lega NiTi
3.3 Metodologia di caratterizzazione chimica e strutturale di strumenti endodontici in NiTi
3.3.1 Trattamenti di pulizia3.3.2 Autoclavazione e capacità di taglio3.3.3 Manutenzione degli strumenti in NiTi
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 4
LEGA NiTi PER APPLICAZIONI ODONTOIATRICHE: CARATTERIZZAZIONE DI LIME ENDODONTICHE
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 5
PROPRIETÀ MECCANICHE DEGLI STRUMENTI ENDODONTICI IN NiTi
5.1 Elasticità e flessibilità
5.2 Durezza
5.3 Resistenza all'attrito
5.4 Usura degli strumenti
5.4.1 Usura negli strumenti endodontici in NiTi
5.5 Fatica ciclica
5.5.1 Fatica negli strumenti endodontici in NiTi
5.6 Frattura
5.6.1 Introduzione5.6.2 Frattura degli strumenti endodontici in NiTi
5.6.2.1 Frattura da eccesso di flessione
5.6.2.2 Frattura da torsione
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 6
BIOCOMPATIBILITÀ DELLA LEGA NiTi
6.1 Introduzione
6.2 Biocompatibilità del titanio e della lega NiTi
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 7
RIVESTIMENTI PROTETTIVI DELLA LEGA NiTi
7.1 Introduzione
7.2 Natura dei rivestimenti
7.3 Trattamenti termici
7.4 Deposizioni chimiche e fisiche
7.4.1 CVD7.4.2 PVD
7.5 Impiantazione ionica
7.6 Irraggiamento con fascio laser Nd:Yag
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 8
CORROSIONE DELLA LEGA NiTi
8.1 Introduzione
8.2 Forme di corrosione
8.3 Test di corrosione
8.4 Test sulla lega NiTi
8.5 Conclusioni
BIBLIOGRAFIA
PARTE SPECIALE
CAPITOLO 9
INTRODUZIONE ALL'ENDODONZIA MODERNA
9.1 Radiografia in endodonzia
9.1.2 Radiografia digitale
9.2 Lunghezza di lavoro
9.3 Pretrattamento endodontico
9.4 Isolamento del campo operatorio
9.5 Cavità d'accesso
9.6 Gli ingrandimenti in endodonzia
9.7 Gli ultrasuoni in endodonzia
9.8 Eliminazione delle interferenze coronali e trasporto del canale
9.9 Detersione
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 10
PRINCIPI DI SAGOMATURA CANALARE
10.1 Introduzione
10.2 Obiettivi della fase di sagomatura
10.3 Tecniche di sagomatura
10.4 Preparazione con strumenti rotanti in NiTi
10.5 Strategia e sequenze
10.6 Apical gauging
10.7 Apical tuning
10.8 Apical patency
10.9 Conclusioni
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 11
STRUMENTI ENDODONTICI D'ACCIAIO
11.1 Introduzione
11.2 I primi strumenti d'acciaio
11.2.1 Strumenti d'acciaio ISO11.2.2 Evoluzione strumenti d'acciaio
11.3 Strumentazione mista
11.4 Strumenti d'acciaio rotanti
11.4.1 Frese di Gates-Glidden11.4.2 Sistematica AET
11.5 Conclusioni
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 12
STRUMENTI ENDODONTICI IN NICHEL-TITANIO
12.1 Introduzione
12.2 Cenni storici
12.3 Design degli strumenti endodontici in NiTi
12.3.1 Laconicità12.3.2 La punta12.3.3 Il flute12.3.4 Tagliente principale12.3.5 Disegno della sezione traversa12.3.6 Rakeangle12.3.7 Angolo di taglio12.3.8 Angolo dell'elica12.3.9 Numero delle spire12.3.10 Superficie di lavoro dello strumento
12.4 Classificazioni
12.5 Conclusioni
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 13
TECNICHE E STRUMENTI
13.1 Introduzione
• ProFile• Lightspeed• Quantec• GT Rotary• Hero• K3• Race• Protaper• Mtwo• FlexMaster file• M-File
13.2 Strumentazione ibrida
13.3 Conclusioni
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 14
ANATOMIA E NICHEL-TITANIO
14.1 Introduzione
14.2 Lunghezza dei canali
14.3 Diametro dei canali
14.4 Curvature
14.5 Canali confluenti
14.6 Canali che si dividono
14.7 Canali ovali
14.8 Canali a "C"
14.9 Classificazione anatomica
14.10 Uso degli strumenti in Ni-Ti
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 15
ANALISI COMPARATIVA DELLE SISTEMATICHE
15.1 Introduzione
15.2 Efficienza di taglio
15.2.1 Analisi dei sistemi endodontici
15.3 Capacità di progressione
15.3.1 Analisi dei sistemi endodontici
15.4 Torque
15.4.1 Valori di torque15.4.2 Macchine per la regolazione del torque
15.5 Fatica ciclica
15.5.1 Analisi dei sistemi endodontici
15.6 Velocità
15.7 Mantenimento anatomia
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 16
VALUTAZIONE BIOMECCANICA DEI FILES ENDODONTICI
16.1 Introduzione
16.2 Sollecitazioni semplici e composte
16.3 Sforzo o stress
16.4 Deformazione o strain
16.5 Analisi FEM
16.6 Risultati analisi FEM
16.7 Conclusioni
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 17
FUTURO ED ENDODONZIA
17.1 Strumenti S-Apex
17.2 Motori intelligenti
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO 18
GLOSSARIO ENDODONTICO
Sei sicuro di voler eseguire questa azione?