Ferdinando Draghi
Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo – Pavia
Istituto di Radiologia – Università di Pavia
dalla presentazione di Paolo Cirino Pomicino
Nella convinzione popolare l’indagine ecografica è la “parente
povera” della diagnostica per immagini vista la rapida evoluzione
tecnologica dell’intero settore. La stessa diagnostica invasiva,
infatti, è sempre meno invasiva e comunque sempre meno
traumatizzante e sempre più precisa. Tale convinzione popolare,
che peraltro coinvolge anche una parte dei medici, è smentita
proprio dal lavoro del Prof. Ferdinando Draghi che su di un
terreno “sostanzialmente” nuovo come quello di vasi e nervi
periferici testimonia l’utilità, spesso definitiva, di una indagine
ecografica. La nuova tecnologia del settore e l’approfondimento
diagnostico consentono infatti di avere immagini precise di
muscoli, articolazioni, borse, vasi e finanche nervi periferici che
sino a qualche tempo fa sembravano inaccessibili alle tecniche
ecografiche. Draghi, al contrario, documenta con immagini
formidabili come una mano abile ed un ecografo di ultima
generazione possano seguire tutto l’andamento di vasi e nervi
nel loro decorso e nella loro integrità oltre che nei rapporti con
muscoli, articolazioni e borse. L’uso del colore poi, da tempo
introdotto, accentua il valore diagnostico delle immagini che
consentono di fare una diagnosi precisa al punto tale da non
richiedere in molti casi ulteriori indagini invasive. L’ottimo
lavoro di Draghi oltre al merito scientifico sollecita una riflessione,
quella per cui investimenti in attrezzature e in capitale umano
possono avere un ritorno economico positivo per il risparmio
che producono e per il circuito virtuoso che negli ospedali si
può attivare tra ricerca, minori indagini, minori ricoveri, maggior
risparmio da investire, a sua volta, in tecnologia e capitale
umano. Se gli ospedali e le Regioni capissero la forza della
professionalità che hanno nelle mani probabilmente farebbero
politiche più attente a questi due fattori, tecnologia e capitale
umano, aumentando così lo spazio lavoro e riducendo lo spazio
letto. Al di là, comunque, di questi ultimi aspetti resta il valore
di una pubblicazione come quella di Draghi efficacemente
documentata sui progressi di un’indagine come quella ecografica
capace di essere mezzo diagnostico in ambiti sino a ieri poco
esplorati e con ulteriori potenzialità ancora inespresse.