Il progresso tecnologico a cui stiamo assistendo nel campo dell'oculistica non ha precedenti. L'acquisizione e l'analisi di immagini digitali permette ogni giorno di più la comprensione di patologie che un tempo apparivano oscure come le uveiti.
Con l'impiego di metodiche di imaging sempre più performanti è possibile oggi visualizzare immagini retiniche e coroideali dettagliate come mai prima d'ora. E il caso della fotografia ultrawidefield nelle sue varianti di foto a colori, autofluorescenza, fluorangiografia e angiografia al verde di indocianina o degliOCT swept-source ad alta definizione.
Questo nuovo "Atlante delle infiammazioni oculari", che ormai rappresenta il terzo capitolo di una collana dedicata alle uveiti, cambia la prospettiva e si concentra sulle tecniche di imaging. Mentre i due precedenti atlanti erano divisi per patologia infiammatoria, questa edizione è divisa in capitoli dedicati ognuno ad una tecnica di imaging, nello specifico la foto a colori del fondo, l'OCT, l'autofluore-scenza, la fluorangiografia, l'angiografia al verde di indocianina e l'ecografia. Da questo punto di vista rinnovato, l'Atlante si propone di raccogliere e presentare le diverse patologie sotto la stessa metodica di imaging per illustrarne le similitudini e le differenze.
Ancora una volta alla redazione e stesura dell'Atlante ha contribuito il Servizio di Immunopatologia della Clinica Oculistica del San Raffaele di Milano, e in particolare la Professoressa Elisabetta Miserocchi e la Dottoressa Chiara Giuffrè con la collaborazione dei giovani specializzandi. Ed è proprio per i giovani che l'Atlante viene concepito, con la speranza che possano districarsi nel complesso mondo delle uveiti utilizzando al meglio i mezzi diagnostici che abbiamo oggi a disposizione.
Allo stesso tempo, sono sicuro che i colleghi oculisti già più esperti troveranno interessante confrontarsi con le più moderne tecniche di imaging retiniche e coroideali applicate al campo delle uveiti.
Mi auguro che questo nuovo "Atlante delle infiammazioni oculari" contribuisca in modo significativo al vostro lavoro quotidiano e alla cura dei pazienti, così come è stato e sarà per tutti noi che l'abbiamo realizzato.